mercoledì 7 novembre 2012



Youssef e la nutella







In un paese lontano viveva un ragazzo di nome Youssef. Aveva 20 anni e apparteneva a una famiglia povera. Ogni giorno usciva per andare a lavorare nella piantagione di caffè, prendeva il solito pulmino che lo portava a 100 km da casa sua. Si svegliava tutte le mattine alle 4 per sgobbare tutto il giorno fino alla sera; preparava il suo cestino con il pranzo e salutava la madre in segno di rispetto.
Era il fratello maggiore di 7 figli (4 maschi e 3 femmine).
Youssef era un ragazzo dalla carnagione scura, snello ma forte; aveva occhi neri, timidi che colpivano chiunque lo guardasse; aveva un bellissimo sorriso ed era un ragazzo sveglio.
Era bravo in matematica infatti tutti si facevano aiutare da lui per la contabilità domestica soprattutto la vicina di casa anziana Safiyyah.
Sarebbe potuto andare al liceo ma i genitori non potevano permetterselo, e la madre era dispiaciuta perchè conosceva le qualità del figlio.
Ogni sera prima di andare a letto Youssef baciava la madre sulla fronte; lei lo guardava negli occhi con aria malinconica e diceva sempre questa frase:

“Tu sei mio figlio e dal mio ventre sei uscito.
Sei un pezzo di me e credo in te, sei intelligente, sei dolce, il tuo destino è scritto nelle stelle.
Segui il tuo cuore e non dimenticare mai chi sei.”

Il padre era un invalido, che non aveva mai ricevuto nessuna ricompensa o pensione dopo quella maledetta guerra.
Abitavano in un paesino di soli 200 abitanti ricco di vegetazione dove si conoscevano tutti.
C'era un unico televisore dove tutti si riunivano alla sera dopo cena per guardare film, telenovelas, partite di calcio, telegiornali etc.. dipendeva dalla serata.
Youssef quando guardava la tv rimaneva sempre colpito dalla pubblicità.
L' immagine che aveva sempre impressa nella mente era quella della famigliola felice che faceva colazione spalmando la nutella su questa fetta di pane.
Questa pubblicità lo faceva riflettere sulla sua situazione, questo lusso non gli era permesso, infatti il pane era fatto in casa dalla madre e a volte gli veniva concesso solo il burro che il pastore Muhammed portava loro.
Ah come desiderava quella nutella! Voleva assaggiarla almeno una volta per capire che gusto avesse e provare quella sensazione di felicità che provava quella famiglia della pubblicità.
Una sera un po' diversa dalle altre fece il sogno di essere seduto a tavola con la sua famiglia a mangiare la nutella.
Quando si svegliò prese la decisione di partire alla ricerca di quel nettare degli dei.
Alla sera, dopo il lavoro, durante la cena comunicò alla famiglia che voleva partire.
Tutti rimasero sconcertati, nessuno se lo aspettava, tranne la madre che sapeva sarebbe arrivato questo momento.
Youssef aveva un amico che conosceva un tizio che organizzava viaggi su barche e con i pochi soldi che aveva messo da parte e con i risparmi della famiglia... potè partire.
A lui poco importava se rischiava la morte ma voleva la sua nutella.
Arrivò il giorno della partenza tutti nel paesino erano tristi, l' anziana Safiyya piangeva e urlava : “ Il mio bambino partirà e non tornerà mai più.”
Ognuno gli fece dei piccoli regali/portafortuna.
Lasciò il suo lavoro al fratello secondogenito Ismael, così poteva prendere il suo posto nel sostenimento della famiglia.
Salutò tutti e lasciò per ultima la madre che strinse con un abbraccio. La tristezza della madre era così profonda che riuscì a dirgli solo la solita frase:

“ Tu sei mio figlio e dal mio ventre sei uscito.
Sei un pezzo di me e credo in te, sei intelligente, sei dolce, il tuo destino è scritto nelle stelle.
Segui il tuo cuore e non dimenticare mai chi sei.”

Prese le sue cose e dopo tanti saluti partì alla ricerca della sua nutella.

(Dedicato a un caro amico che perse la vita per inseguire il suo sogno).

Sandra Andrade

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