lunedì 17 dicembre 2012





HOLLYWOOD/ BOLLYWOOD CITY

In the night what's going on in Genoa?
A volte capita di trovarci in dei posti senza sapere perchè.... ma ci capita....
E quello che ci capita di vedere in questo posto è veramente triste e sconvolgente!
Nella notte del 16/12/2012, a 5 giorni dalla fine del mondo, eravamo spettatori di una scena del teatro dell'orrore.
Stormi di uccelli passavano, volando verso una destinazione sicura...anche loro avevano capito che era meglio “telare”! Ma le paladine della giustizia avevano un compito da svolgere: “Reporter in the night”.
Torniamo indietro nel tempo e analizziamo cosa è successo; arrivate all' Hollywood ci hanno chiesto un pass per poter entrare, sembrava un luogo controllato.
Dopo essere entrate ci accorgiamo che ci sono due sale con musica diversa: nella prima si ballava musica hip hop, reggae, reggaeton e commerciale, le persone erano rilassate, ridevano, scherzavano a ritmo di musica; vi era un mix di razze: senegalesi, italiani, capoverdiani, tunisini, marocchini, nigeriani e sudamericani. L'età media era dai 16 ai 35 anni.
Nella sala a fianco ci si presenta un altro tipo di ambiente, completamente diverso: teste rasate, e abbigliamento tipico (dei neo fascisti/neo nazisti), le ragazze praticamente nude e coloratissime, musica hard core, hard style, tecno, tutti scatenati e fatti. Età media dai 15 ai 25 anni. Due generi completamente diversi in sale adiacenti.
Prendiamo il nostro drink e andiamo nella prima sala. Passano le ore e ogni tanto si presentavano le teste rasate, che scimmiottavano i ragazzi impegnati a ballare.
La tensione si tagliava col coltello perchè avevano un atteggiamento provocatorio.
I ragazzi afro-italiani e sudamericani rifiutavano di andare nell'altra sala anche se là c'era il bagno,
che tra le altre cose era in condizioni pessime.
Quasi alla fine della serata, mentre andavamo in bagno ci imbattiamo in una rissa e la scena più triste era vedere una ragazza per terra che veniva calpestata mentre i rissaioli cercavano l'uscita.
Pochi minuti dopo sono arrivate cinque pattuglie di carabinieri i quali sono scesi dalle loro macchine armati di manganelli, pronti ad intervenire.
Dopo mezz'ora il locale chiude e tutti si preparano verso l'uscita.
La tensione nell'aria era tanta, sentivamo che sarebbe successo ancora qualcosa.
Ad un certo punto gruppi di ragazzi (hard core) iniziano a picchiarsi l'uno contro l'altro, i carabinieri intervengono tirando manganellate fino a sedare la rissa.
Finito questo scontro ne iniziano altri: ragazzi capoverdiani che litigano per colpa delle ragazze, c'è chi se la prende con le macchine parcheggiate davanti al locale e teste rasate che si tiravano dei pugni in faccia.
In uno degli interventi dei carabinieri ascoltiamo questa frase “ Prendiamo quel nero e gli facciamo vedere...”, anche se abbiamo visto che chi aveva compiuto il gesto di prendersela con la macchina era un'altra persona.
La cosa è durata per un'ora e c'erano sparsi qua e là focolai accesi; mentre, poco distante si sentiva scoppiare un petardo provocando gran fumo e rumore nella notte. Scattavano gli allarmi delle macchine, insomma un grande caos.
Pian piano tutti vanno via in macchina, non rimane quasi nessuno, l'ultima cosa che sentiamo è la frase detta dai carabinieri : “Tutto qui?” , agitando il manganello tra le mani.

La cosa più triste è vedere giovani, non importa di che razza o etnia, che si distruggono nell'alcol e nella droga. Sono sempre incattiviti e violenti, basta poco per far accendere una miccia. E' triste anche vedere il comportamento di chi dovrebbe evitare che queste cose succedano.

Afrah e Qamar


5 commenti:

  1. Sarebbe da intendere meglio il criterio dei gestori del locale che hanno permesso un'adiacenza così pericolosa. Non credo, a giudicare dal vostro racconto, che l'abbiano fatto per favorire un avvicinamento tra i due gruppi, sembra piuttosto che, al contrario, abbiano voluto provocare quello che poi è successo.
    Quanto alla Forze dell'Ordine e al loro comportamento... ormai non fanno più notizia.
    Così come i "giovani" che "si distruggono nell'alcol e nella droga".
    Oggetti di consumo... niente più.
    Roberto Marras

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  2. Si è stata una mancanza di buon senso da parte dei gestori, la cosa poteva finire anche peggio...
    Il fatto per cui abbiamo pubblicato questo articolo sul blog è che essendo giovani anche noi siamo rimaste sorprese dalla scena troppo esagerata.
    I giovani di oggi quando bevono o peggio si drogano diventano troppo cattivi e scattano tutti questi meccanismi di violenza gratuita.
    Hanno forti problemi di affermazione della loro identità, non hanno carattere e la società di oggi di certo non li aiuta.
    Grazie per il commento e per la tua collaborazione.
    A presto.

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  3. Ti ringrazio per avermi indirettamente e implicitamente ricordato che sono "vecchio" :-), anche se nella visione distorta dei governi italiani, specie gli ultimi, rientro ancora nella categoria dei "giovani insegnanti precari", pur avendo raggiunto l'età di 46 anni e mezzo e una carriera di 17 anni nella Scuola.
    Di scene esagerate, anche più giovane di te, ne ho viste pure io, e tante, per esempio quando due miei amici coetanei sono morti di overdose di eroina all'età, rispettivamente, di 23 e 25 anni.
    Questo per dirti che la droga già da tempo miete vittime, e non solo morti, tra i cd. "giovani" e anche tra i meno giovani, tra i quali pure è diffusa da sempre la violenza gratuita, la prevaricazione, la discriminazione, nonché l'incapacità di affermare la loro identità, laddove da sempre i più preferiscono seguire l'onda, quale che sia, più comodo e meno impegnativo, anche se più pericoloso, ovviamente. E non tanto per le situazioni appunto pericolose in cui ci si può trovare, più o meno involontariamente ma conseguentemente, quanto piuttosto che più si tarda a conoscere sé stessi, accontentandosi delle etichette preconfezionate, meno si ha la possibilità di riuscirci durante tutta la vita.
    Quanto alle società, di tutti i tempi, di tutte le civiltà, non hanno mai aiutato a nessuno, anzi, hanno sempre soffocato, represso, condizionato negativamente, quale più, quale meno.
    Scusami tanto se mi sono messo in cattedra, è deformazione professionale.
    Roberto

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  4. Come dice il poeta portoghese, Luis de Camoes "Muda-se o tempo, Mudam-se as vontades e Muda-se o ser"....
    Le persone si evolvono in base ai tempi che corrono ... la cosa che percepiamo è la cattiveria che c'è ora tra i giovani che secondo noi rispecchia il malessere della società. non avevamo intenzione di darti del vecchio ci mancherebbe :-)anche noi alla loro età ne abbiamo combinate ma mai in questo modo così esagerato... a questi ragazzi manca l'intelligenza emotiva.

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  5. Mi permetto di insistere, premettendo che non sono un difensore a spada tratta dei cd. "giovani d'oggi" (li conosco bene, però, lavorandoci tutti i giorni), ma pure mi tengo ben distante dal coro di quanti, specie ai vertici della società, non si stancano mai di parlarne male, operazione che ha un preciso fine politico. Voi dite che in loro c'è una "cattiveria" che "rispecchia il malessere della società", io ribatto che i ragazzi tra i 15 e i 25 anni - per rifarmi alle indicazioni d'età nel vostro testo - sono semplicemente più ingenui, più deboli, quindi vittime più facili di questo "malessere della società", provocato da quegli stessi vertici citati che si servono astutamente dei "giovani" come capro espiatorio, per sviare l'attenzione pubblica dalle loro responsabilità. Risulta molto facile infatti, accusare i giovani di non avere ideali, intraprendenza, rispetto, umanità, se invero sono la società, i suoi vertici (!), che non fanno nulla per favorire nei giovani lo sviluppo di questi valori, al contrario, con il loro stesso esempio, impongono loro solo modelli negativi.
    I "giovani" fumano perché lo fanno i "grandi" e perché glielo impone la pubblicità (oggi occulta, ma sempre molto potente), bevono per la stessa ragione, si drogano perché lo "sballo", il "divertimento" fine a sé stesso, è imposto dall'economia di mercato - per questo, nel primo commento ho parlato di "oggetti di consumo" -, si arruolano in gruppi di estrema destra o di altri estremismi vari, perché è il modello militarista dominante: "l'unione fa la forza" è un detto antico come il mondo, laddove altre culture più acute esaltano piuttosto il lavoro su sé stessi, il percorso personale e soggettivo, per conoscersi e completarsi.
    Ma davvero pensate che i ragazzi di vent'anni degli anni '30 e '40, vestiti di camicia nera o kaki o grigia, che andavano a pestare, assassinare e a deportare gli ebrei, i "comunisti", gli zingari, gli omosessuali, ecc., nelle loro case, fossero tanto diversi da quelli che avete visto al Hollywood? E davvero pensate che i 30enni, 40enni, 50enni e oltre che accompagnavano in queste scorrerie i ventenni sopra citati fossero tanto diversi dai 30enni, 40enni, 50enni di oggi?
    Io, a proposito, riscontro più cattiveria in quest'ultimi più che nei ragazzi di vent'anni e inferiori che, ripeto, sono solo più ingenui e gradassi, a meno che non soffrano di turbe psichiche provocate comunque dal citato "malessere della società". Un 50enne - come quasi sono io - tende a essere più cattivo perché è semplicemente più frustrato, ha più rabbia repressa, più incarognita dalla repressione sociale. A meno che non abbia imparato a conoscersi.
    A proposito, anch'io ho una citazione, da parte dell'altro pilastro della literatura portuguesa: "Quanto mais cresço, menos sou eu. Quanto mais me encontro, mais me perco. Quanto mais me sinto mais vejo que sou flor e ave e estrela e Universo. Quanto mais me defino, menos limites tenho. Transbordo Tudo. No fundo sou o mesmo que Deus." FERNANDO PESSOA

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