TESTIMONIANZE dei
ragazzi capoverdiani durante l'alluvione a Genova, ottobre 2014.
Noi
dell'Associazione Italo-Capoverdiana abbiamo chiamato alcuni
capoverdiani per sapere se stavano bene e se avevano dato il loro
contributo alla società genovese. Per nostra soddisfazione abbiamo
scoperto ,positivamente, che molti di loro non sono rimasti fermi.
Alcuni non hanno voluto rendere pubblica la loro testimonianza,
soprattutto dopo le polemiche, altri, invece, hanno deciso di
raccontare.
Tra
tante storie vi citiamo quelle di: i coinugi Nilza e Nilton, Joanicia
e Ivander.
Testimonianza
di
Nilton
Spencer Brito e Nilza Reis
“ Non
importa da dove vieni o chi sei, ma la città è tua! E' la città
dove nascono i tuoi figli, dove forse hai passato più tempo della
tua vita e quindi come puoi non volergli bene?” Nilza Reis
Durante
la notte tra venerdì 10 e sabato 11 ottobre ( tra le ore 02.30 e le
ore 03.00) c'è stata una seconda ondata di pioggia e nel quartiere
di Sampierdarena si sono verificati alcuni allagamenti. I coniugi
abitano in via P. Reti, dopo i vari tuoni e lampi si sono affacciati
dalla finestra per verificare la situazione in strada. Si sono
trovati davanti ad uno scenario terrificante: un fiume d' acqua che
scorreva e una persona intrappolata dentro una macchina. Nilton
scende ad aiutarlo, rischiando la propria vita, nel frattempo quando
arriva giù trova due ragazzi sudamericani che erano li ad aiutarlo.
Il ragazzo M. stava ritornando a casa, lavora in un forno a Rivarolo
e si è trovato nel pieno del nubifragio. Il ragazzo M. è stato
accolto in casa loro fino all'arrivo di un suo collega.
Il
ragazzo M. il giorno dopo li ha chiamati, non trovando nessuno, ha
lasciato loro questi messaggi:
“
Ciao ragazzi sono M., il ragazzo di stanotte che avete ospitato, vi
volevo ringraziare per la vostra gentilezza e grande ospitalità.
Grazie di cuore M.”
Nilton,
il sabato mattina è andato in centro per dare una mano. Arrivato in
centro è stato mandato dai vigili a fare l'iscrizione al Comune di
Genova in corso Torino, che a sua volta l'ha rimandato al Municipio
VIII- Genova Medio Levante. Arrivato lì ha fatto l'iscrizione (
presentazione della carta d'identità e un foglio da firmare con i
suoi dati anagrafici). Dopodiché è tornato in Via XX settembre,
all'angolo tra gli uffici postali e il self service, è rimasto li
dalle 09.00 fino alle 17.30.”
Nota:
Abbiamo deciso di non scendere nei particolari, ma solo dare un
piccolo esempio che non tutti sono rimasti a casa.
Testimonanzia
di
Joanicia
da Cruz
“ Quello che è
successo a Genova ha colpito tutti noi!”
Tutti
noi avevamo paura e tutti noi abbiamo una coscienza. Alcuni sono
scesi dalle loro case a dare una mano e altri no. Non è una
questione se sei straniero o italiano, ma che siamo tutti cittadini
di questa città.
La
domenica del giorno 12 ottobre, mia cugina ed io siamo andate a dare
una mano nella zone di Metro Brignole. La situazione era ancora
catastrofica, anche noi ci siamo messe a spalare il fango,
aspettavamo che il tempo migliorasse per poterci muovere. Il nostro
piccolo intervento alla fine non è durato molto, è durato dalle ore
15.30 fino alle ore 17.00, anche perché ad una certa ora la
protezione civile ci ha mandato a casa per la prevenzione dell'arrivo
di una nuova perturbazione. Molti si chiederanno se abbiamo fatto
foto o selfie per testimoniare la nostra presenza, ma per la
delusione di molti non c'era tempo per quello. Quello che ho fatto...
ho fatto! E' un momento di unione non di divisione”.
Testimonanzia
di
Ivander
Monteiro
“ Non era un
problema di razza ma del cittadino, ognuno con la sua coscienza”
Negli altri due giorni dopo l'alluvione a Genova, purtroppo non son
potuto esserci per cause di forza maggiore. La domenica del giorno 12
ottobre, insieme ad alcuni miei amici sono andato anche io a spalare.
Molti parlano senza sapere, questo si chiama ignoranza. Il mio
intervento è stato tra via Brigate Partigiane e via XX Settembre.
Quando sono arrivato li per un istante non sapevo cosa fare, c'era
tanta gente a spalare e non avevo materiali; così appena è passato
un camion dell'Amiu con le pale, ne ho chiesto una a loro.
Con i miei amici dovevamo prendere il fango dalle strade e dai
marciapiedi, venivamo coordinati da alcune persone. Si riempivano i
secchi, dovevamo separare il fango liquido dal solido poi passavano
i camion dell' AMIU per prendere il fango liquido.
Abbiamo aiutato anche il negozio di una signora e il supermercato
Billa in Via Cesarea. Il magazzino del supermercato Billa era pieno
d' acqua, di cemento e di fango, eravamo un gruppo di ragazzi di
tutte le nazionalità con in mano dei secchi che ci avevano portato i
vigili del fuoco... si era formata una catena umana che partiva giù
dal magazzino fino alla strada.
L'unica cosa che mi è dispiaciuto vedere, è stata l'assenza di
militari o delle forze dell'Ordine... eravamo tutti ragazzi a spalare
e spesso mancava anche la coordinazione. C'era gente che voleva
aiutare ma alla fine rimanevano fermi perché nessuno coordinava.